Il titolo del libro è esplicativo: Di Lotta, d’Amore e altre storie. È come se Vincenzo dividesse i suoi pensieri in tre sezioni: in “Di Lotta” affronta tematiche sociali, a cui Vincenzo dice di aver partecipato... perdendo. “D’Amore” perché parla dell’amore, in tutte le sue forme e sfaccettature, perché l’amore non è solo tra uomo e donna, non è solo quello carnale e legato ad un sentimento, l’amore è inteso in maniera aulica, come a sublimare un’emozione profonda che accompagna non solo un momento vissuto, ma che resta come cicatrice nel cuore. “…e altre storie” sono i ricordi, le persone, i luoghi del cuore, quelli che per lui hanno significato molto. Vincenzo è un paroliere gentiluomo perché addolcisce i concetti dando profondità alle sue parole. Si avvale di una licenza poetica che gli permette di tradurre in rima uno stato d’animo, un pensiero, un’emozione<…>.
Vincenzo è già autore di un romanzo autobiografico “Gli Occhi di Eleonora”, in cui parla di un amore coinvolgente, autentico, romantico, esclusivo, ma non socialmente ammissibile, che finisce a causa dell’intromissione di altre persone. (Tratto dall’introduzione di Paola Errico)